“Anche se sapessi che il mondo finisce domani, oggi io pianterei lo stesso un albero” (Martín L.K.).

“Arriva un tizio e si porta tutto il mio oro”, gli rimanda la canzone della ragazzina nel video. E che cosa lascia? Una provincia distrutta: deforestazione, rovina del suolo, disboscamento indiscriminato, padroni che diventano servi e, soprattutto, fiumi inquinati. L'acqua per il consumo umano diventa torbida, avvelenata, insalubre. Migliaia di persone sono sopravvissute senza amore, nessuna senz’acqua. “Oro, oro, ti portasti via il mio oro”, continua il canto; e che cosa mi lasciasti? Morte e genetiche mutazioni di pesci, hai fatto di quello che era il mio cibo di base un rischio: 10 tonnellate di rifiuti tossici per ogni anello di oro, è il prezzo. Chi investe non è del posto: sono cinesi, colombiani, nord americani che arrivano, lavorano, distruggono, si portano via i soldi; e, che cosa lasciano? Bambini e adulti malati. Sfortunatamente c’è gente del posto che si lascia ingannare: firmano carte, vendono le loro terre, accettano di diventare servi. Non pensando che presto l'estrazione dell'oro finirà: gli stranieri se ne andranno, si porteranno via i loro macchinari e lasceranno la gente del posto senza terra, senza impiego, senza niente.

Veda il Video, L'oro, in ES, poche parole molte immagini che parlano per se stesse.

L'inquinamento dei fiumi del bacino Santiago-Cayapas, Zona nord della Provincia di Esmeraldas- Ecuador, colpisce l'ecosistema della zona –nei Cantoni Eloy Alfaro e San Lorenzo-, pregiudicando la salute di circa 80.000 persone.

Nonostante l'intervento dello Stato e gli sforzi del governo del presidente Rafael Correa attraverso operativi militari e sequestro di macchinario illegale; a dispetto delle opere pubbliche compiute dal Piano Ecuador e dalla Missione Luis Vargas Torres, l'arrivo sul territorio, con l'obiettivo di regolamentare l’attività estrattiva, dell’Impresa Nazionale per il Settore Minerario (ENAMI EP), ha significato non la fine dell'inquinamento fluviale ma, giorno dopo giorno, la sua intensificazione.

Il fatto è confermato dagli studi della qualità delle acque nei fiumi di questa zona, realizzati dalla Pontificia Università Cattolica dell'Ecuador, Sede di Esmeraldas (PUCESE), e dall'Università Centrale dell'Ecuador. Secondo l’equipe di ricercatori della PUCESE, in differenti specie di pesci, molluschi e crostacei, si è trovata la presenza di metalli pesanti: arsenico, alluminio, vanadio, cromo, mercurio e altri.

L'entrata e l’installazione dell'ENAMI EP non hanno, infatti, apportato nessun cambiamento positivo nel processo dell'estrazione mineraria, al contrario. La tecnologia di macchinario gravimétrica che l'ENAMI EP usa per estrarre l'oro, non purifica le acque utilizzate nel processo di lavaggio: queste, una volta ricoperte, anche se lentamente finiscono sempre per arrivare ai fiumi, dal momento che questa tecnologia non tiene in conto le condizioni climatiche e geografiche della zona. Per questo motivo, nella zona nord di Esmeraldas, i problemi della salute si stanno facendo molto seri: come conseguenza dell'acqua stagnante, aumenta la malaria; per l'inquinamento dei fiumi, si sviluppano malattie, sopratutto quelle della pelle; e con l'installazione degli accampamenti minerari crescono le malattie veneree e l'AIDS. L'esposizione continua a questo inquinamento e la presenza, per anni, nell'acqua a uso umano di alti livelli di metalli pesanti, annunciano in questa regione del paese una catastrofe umanitaria senza precedenti.

Le autorità tecniche e politiche competenti non hanno mantenuto la promessa di sviluppare un settore minerario che fosse artigianale e sostenibile, con tutti i benefici che quest’attività porterebbe alla zona. È più, dall'entrata dell'ENAMI EP nel territorio si è costatato il deterioramento della situazione ambientale e lavorativa. Veda l'analisi documentata in un PowerPoint realizzato per la PUCESE, in spagnolo ma con molte foto e tavole che lo fanno intuitivo anche per chi non parla spagnolo.