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Tobin contro le politiche immigratorie di Trump

Crux 17.05.2017 Shannon Levitt Tradotto da: Original - Jpic-jp.org

Il Cardinale Joseph Tobin di Newark, New Jersey, ha emesso una forte richiesta d'azione ai leader cattolici perché oppongano resistenza alle politiche immigratorie messe in atto dall'amministrazione Trump che definisce "una crudeltà su persone innocenti", aggiungendo una riflessione ad alta voce sull'impatto che ci sarebbe se ogni cardinale e vescovo del paese accompagnasse un potenziale deportato alla sua udienza giudiziaria.

Il card. Tobin ha fatto un forte appello ai leader cattolici nordamericani perché oppongano resistenza alle posizioni dell'amministrazione Trump sull’immigrazione: "Bisogna davvero accettare di essere crudeli con persone innocenti per scegliere di sostenere le politiche che abbiamo visto negli ultimi mesi". E domanda: "Che cosa succederebbe se ogni cardinale accompagnasse una persona che ha attraversato il confine ad un'udienza che decide della sua  deportazione? Ogni vescovo? Ogni sindaco?". Tobin ha sfidato le persone a vedere gli immigrati per quello che sono, non attraverso distorti stereotipi, perchè nel nostro operare "mostriamo il nostro volto".

Queste parole sono state pronunciate durante la celebrazione del 17 maggio per la Giornata delle Comunicazioni Mondiali organizzata dalla Diocesi di Brooklyn. Tobin è da tempo tra i vescovi più espliciti sul tema dell'immigrazione. Ha fatto notizia a marzo quando ha accompagnato Catalino Guerrero, un nonno di 59 anni, minacciato di deportazione, al tribunale federale per la sua udienza giudiziaria.

Tobin ha parlato del caso nel suo discorso di apertura. Ha detto che aver accompagnato Catalino "non era stato frutto di una strategia cosciente, ma il pregare con lui, con la sua famiglia e con altri gruppi religiosi nel New Jersey, aveva portato a intraprendere insieme questo tipo di azioni fornendo una lente”, agli altri per comprendere gli eventi e ispirarli all'azione.

Partendo dal fatto che i repubblicani hanno in mano oggi tutti i poteri dello stato, ha dichiarato: "Il Congresso e il presidente potrebbero far approvare una riforma globale dell'immigrazione se lo desiderassero", tuttavia, fino a che questo non si realizzi, Tobin non vuole che le persone si siedano passive a guardare cosa succede, ma piuttosto che si parli di una "chiamata alla fede" e di come si può motivare la gente ad agire. Il giorno in cui è andato con Guerrero, "la grazia di Dio si è fatta presente" per almeno due motivi, ha detto: "Ha dato un volto a persone che sono spesso disumanizzate, e ci ha messo in volto una chiamata alla solidarietà".

Quel giorno fu "un atto di compassione da parte mia", ma per alcuni "fu un gesto di speranza, mostrando che la Chiesa, il corpo di Cristo, ha diritto di voce nell’arena pubblica e che dobbiamo rivendicare questa voce". Tobin ha affermato di non credere che i media debbano essere un "sacco da pugni" nel loro servizio alla gente, ma li ha sfidati a riportare le notizie in maniera diretta, piuttosto che abbonarsi all'ideologia basata sulla paura che "quanto fa soffrire, fa camminare”.

Una settimana dopo la sua inaugurazione, il presidente Donald Trump ha proceduto a mantenere la sua promessa di limitare l'immigrazione e di deportare gli immigrati indocumentati. Il suo primo ordine esecutivo sul tema ha causato caos negli aeroporti, dato che non era chiaro su cosa fare con coloro che erano provvisti di un permesso di soggiorno permanente e con quanti avevano già un visto anche se provenivano dai paesi esplicitamente vietati. I vescovi nordamericani furono fra quanti provocarono una rapida retromarcia.

Il vescovo Joe S. Vásquez di Austin, Texas, presidente della commissione per la migrazione, ebbe a dichiarare: "Siamo fortemente in disaccordo con l'ordine esecutivo che vuole fermare l’ammissione dei rifugiati. Noi crediamo che ora più che mai, accogliere i nuovi arrivati ​​e i rifugiati sia un atto di amore e di speranza".

Dopo che il decreto iniziale venne invalidato da un giudice distretturale federale, Trump ha firmato un secondo ordine esecutivo il 6 marzo, rimuovendo l'Iraq dalla lista delle nazioni vietate e modificando il divieto indefinito per gli immigrati siriani. Ha anche precisato che persone originarie di quelle nazioni se avevano ancora visti validi potevano entrare negli Stati Uniti. Ancora una volta un ordine volto a bloccare la misura perchè non entrasse in vigore è stato emesso e attualmente questa è ancora in fase di revisione nei tribunali. Sebbene l'intensità dell'opposizione agli ordini esecutivi sia scomparsa dai titoli, i Vescovi USA continuano ad opporvisi pubblicamente nei loro comunicati e nelle loro interviste con la stampa. Alcuni hanno persino cesellato il loro linguaggio per descrivere la nuova atmosfera che l'amministrazione ha creato.

Il 19 marzo, il Cardinale Blasé Cupich di Chicago ha affermato, nel suo programma a Telemundo: "Sono qui oggi per assicurarvi che siamo vicini a quanti sono terrorizzati dall'odio venuto a galla e dalle minacce fatte durante l'anno scorso contro immigrati e rifugiati".

Il proposito di Trump è una deportazione in massa delle persone che oggi vivono indocumentati negli Usa. Immigrazione e Controllo doganale (ICE nella sigla inglese) sono stati "recentemente potenziati e con nuove attribuzioni" secondo il New York Times per aver Trump rimosso le norme di Obama che miravano solo ai criminali pericolosi. Il segretario stampa della Casa Bianca, Sean Spicer, ha detto che il presidente ha voluto "liberare dalle manette" gli agenti e ha aperto il cammino a ICE perché potesse andare dappertutto dietro a chiunque sia sospettato di essere illegalmente nel paese senza guardare alla presenza o meno di una storia criminale, all’età, alla salute o alle circostanze familiari.

Il NYT ha segnalato che in febbraio durante le drammatiche retate dell'ICE, anche occasionali passanti sono stati arrestati e classificati come arresti "collaterali".

In una conferenza sponsorizzata dal Vaticano in California all'inizio di quest'anno, l'arcivescovo di Los Angeles Jose Gomez ha affermato: "Stanno giocando con le emozioni delle persone e trastullandosi con la loro vita e il loro futuro, e questo non è corretto".

Testo originale: https://cruxnow.com/church-in-the-usa/2017/05/17/tobin-calls-trump-immigration-policies-cruelty-innocent-people/

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