Il presidente Tshisekedi e il suo governo sembrano disposti a sacrificare vaste aree forestali per il petrolio. Sarebbe un disastro per le persone, la biodiversità e il clima globale. Vogliamo impedire questo progetto.
Le foreste tropicali del bacino del Congo sono la dimora di milioni di persone e innumerevoli specie vegetali e animali, tra cui le tre grandi specie di scimmie: scimpanzé, bonobo e gorilla. Queste foreste sono indispensabili per la conservazione della biodiversità e svolgono un ruolo chiave nella battaglia globale contro la catastrofe climatica. Più della metà delle torbiere del Congo e il 60% delle foreste tropicali si trovano nella RDC.
L'area immagazzina 30 giga tonnellate di carbonio, equivalenti alle emissioni globali di CO2 di un anno. Le foreste di torba sono anche uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta. Sono grandi e molto rimane da esplorare sulla loro ricca biodiversità.
Ma nonostante questa ricchezza, il governo della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha in programma di aprire l’asta per le concessioni di 16 giacimenti di petrolio. Almeno tre di questi giacimenti si trovano nel delicato ecosistema della Cuvette Centrale, il più grande complesso di torba dei tropici, un sensibilissimo ecosistema, che copre un'area di 145.500 km², più grande dell'Inghilterra ed è il più grande complesso di torbiere tropicali. Altri nove si sovrappongono ad aree protette.
Più della metà delle torbiere del mondo si trova nella Repubblica Democratica del Congo, che ne ospita il 60% - il resto è distribuito tra Congo-Brazzaville, Repubblica Centrafricana, Gabon, Guinea Equatoriale e Camerun -. La foresta pluviale del Bacino del Congo è, inoltre, la seconda foresta pluviale più grande del mondo, dopo l'Amazzonia, rendendola un attore chiave nella lotta ai cambiamenti climatici.
I governi di tutto il mondo devono dimezzare le emissioni di CO2 entro i prossimi 8 anni. Pertanto, tutti i nuovi progetti di estrazione di petrolio, carbone e gas dovrebbero essere bloccati. Il piano del governo congolese mina gli sforzi globali per affrontare la crisi climatica e minaccia l'obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Il progetto minaccia anche i mezzi di sussistenza di una miriade di comunità locali, per lo più indigene. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26 a Glasgow, il presidente Tshisekedi ha presentato la RDC come un "Paese risposta" nello sforzo per contrastare la crisi climatica. A questo, diceva, contribuiscono le foreste rigogliose, il potenziale di energia rinnovabile e alcune materie prime.
Va detto che la responsabilità di questo disastro annunciato non è solo del governo della RDC: è condivisa con le compagnie petrolifere coinvolte, le banche, le compagnie assicurative e i consumatori di petrolio, perché al di là dell'estrazione petrolifera, strade, ponti e l'infrastruttura necessaria comporterebbe la distruzione della foresta pluviale.
In alleanza con le organizzazioni ambientaliste in Africa e nel mondo, vogliamo fermare questo progetto di sfruttamento petrolifero. Firmate questa petizione. Grazie!
Questo è il motivo di questa lettera al Sig. Félix Tshisekedi, Presidente della Repubblica Democratica del Congo
Egregio Signor Presidente Félix Tshisekedi,
vi chiediamo di abbandonare immediatamente i progetti di sviluppo per la concessione di 16 giacimenti petroliferi. Questo per evitare la catastrofe climatica e per proteggere i diritti delle popolazioni vulnerabili che vivono nelle aree destinate all’implementazione dei giacimenti petroliferi.
Cordiali saluti.
Il clima e la foresta pluviale sono collegati
Le foreste tropicali sono ecosistemi complessi in cui fauna e flora sono strettamente collegate. Svolgono un ruolo eccezionale per il clima locale e globale. Le piante assorbono l'anidride carbonica (CO2) dall'aria. Con questa CO2, acqua e luce solare, possono sintetizzare la materia organica. Il carbonio viene trattenuto negli steli, nelle foglie e nelle radici e l'ossigeno viene rilasciato nell'atmosfera. L'intero processo è chiamato fotosintesi.
Secondo le stime, le foreste tropicali immagazzinano 250 miliardi di tonnellate di CO2, in particolare le torbiere. Si tratta di circa 90 volte le emissioni di gas serra causate dall'uomo. Il 40% dell'ossigeno nell'atmosfera proviene dalle foreste tropicali. Se l'immagine della foresta pluviale come il "polmone del pianeta" non è del tutto precisa, offre una buona metafora.
Le foreste pluviali sono la fonte di gran parte delle precipitazioni. Un aspetto importante di questo fenomeno è l'evapotraspirazione, ovvero l'umidità che le piante rilasciano attraverso le foglie. Le nuvole riflettono gran parte della luce solare nello spazio e rinfrescano l'atmosfera. Senza questo effetto, sarebbe ancora più caldo ai tropici. Conservando il carbonio ed essendo la fonte della pioggia, le foreste tropicali intatte svolgono un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico.
La catastrofe climatica e la deforestazione si esacerbano a vicenda
Le foreste tropicali sono sempre meno in grado di svolgere questo compito e la deforestazione, dovuta alla creazione di piantagioni, pascoli o progetti minerari, provoca l'emissione di grandi quantità di gas serra. La distruzione delle torbiere ha un certo effetto devastante. Nel 1997, gli incendi boschivi in Indonesia rappresentavano un terzo delle emissioni globali totali.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, le foreste tropicali potrebbero emettere più carbonio di quanta ne catturino dal 2035, a causa degli effetti dannosi dei cambiamenti climatici, che rallentano la crescita degli alberi.
Infatti, poiché l'ecosistema della foresta pluviale è intrecciato in più modi, l'intera rete può risentirne se viene danneggiata in un unico punto. È il caso del ciclo dell'acqua, già disturbato dall'aumento delle temperature e dalla siccità, che potrebbe crollare. Con il cambiamento del clima locale, è probabile che le verdi e lussureggianti foreste tropicali si trasformino in savane.
Una risposta necessaria tra le altre
Preservare la foresta pluviale per proteggere il clima è essenziale se vogliamo proteggere il clima. Proteggere il clima significa proteggere la foresta pluviale. E viceversa. Per questo dobbiamo:
• preservare le foreste tropicali e riparare i danni;
• preservare la biodiversità;
• rafforzare i diritti delle popolazioni indigene che vivono nelle aree forestali ai tropici;
• cambiare radicalmente il modo in cui viviamo e facciamo affari;
• ridurre il nostro consumo di energia e materie prime;
• riformare le politiche per il cattivo clima, ponendo fine all'uso dei biocarburanti;
• porre fine all'indulgence trading, schemi di compensazione, che consentono alle imprese di non rispettare l'ambiente pagando sanzioni;
• rifiutare le tecnologie di transizione che affermano di essere rispettose del clima ma non lo sono, come la sostituzione del carbone con il gas naturale.
La pandemia di Covid ha dimostrato che possiamo attuare un cambiamento rapido e profondo di fronte a una crisi esistenziale. È tempo di abbandonare i “pacchetti di stimolo economico” e altre vecchie ricette e, invece, trasformare l'economia e la società in modo ambientalmente sostenibile.
In alleanza con le organizzazioni ambientaliste in Africa e nel mondo, vogliamo fermare questo progetto di sfruttamento petrolifero. Firmate questa petizione. Grazie!
Questa petizione è disponible in queste lingue: tedesco, inglese, spagnolo, francese, indonesiano
Lascia un commento