Il 2 aprile 2013 sarà ricordato come il giorno di uno dei grandi successi delle Nazioni Unite: gli Stati votarono di forma schiacciante in favore del TCA.
Questa votazione del primo trattato globale che regola il commercio internazionale di armi costituisce “un momento incredibile” e segna l’inizio di una nuova era. Questa storica votazione invia un messaggio chiaro ai trafficanti di armi e di quanti violano i diritti umani: il loro tempo è finito. “D’ora in poi, non potranno più operare e armarsi nell’impunità: il mondo li starà osservando e li obbligherà ad assumersi le loro responsabilità”, assicura Anna Macdonald, direttrice di Armi sotto Controllo di Oxfam Internazionale.
Dopo sei anni di negoziati diplomatici e più di dieci anni di campagne da parte della società civile, gli Stati Membri dell’ONU hanno votato a favore del TCA con una schiacciante maggioranza (155 voti Sì, 3 Voti No, 22 astensioni). Il Trattato consacra, nel nuovo diritto internazionale, un insieme di regole chiare per regolare tutti i trasferimenti mondiali di armi e munizioni.
La votazione nell’Assemblea Generale dell’ONU ha avuto luogo solo cinque giorni dopo che Iran, Corea del Nord e Siria bloccassero l’adozione del Trattato per consenso in una tesa sessione nell’ultima giornata della Conferenza finale sul TCA. Dopo che il consenso fu bloccato, gli Stati si mobilitarono rapidamente per far approvare il Trattato per votazione nell’Assemblea Generale: s’impose così la volontà della maggioranza e non quella di una piccola minoranza decisa a rovinare tutto il processo.
Il Trattato stabilisce obblighi vincolanti: i governi dovranno valutare tutti i trasferimenti di armi e garantire che non siano utilizzate per commettere abusi contro i diritti umani, atti di terrorismo, crimini internazionali organizzati o in violazioni del diritto internazionale umanitario. I governi dovranno rifiutare inoltre qualsiasi traffico di armi, qualora esista il rischio che il paese ricevente li utilizzi in violazione dei diritti umani o in crimini di guerra.
“Dalle strade dell'America latina, agli accampamenti nell’est del Congo, alle valli dell’Afghanistan, le comunità che vivono nella paura di attacchi per un commercio non regolamentato di armi possono ora guardare a un futuro più sicuro. Il mondo sarà un posto più sicuro per vivere una volta che questo Trattato sia implementato”, ripete la coalizione Armi sotto Controllo che rappresenta oltre a 100 organizzazioni della società civile che lavorano in 120 paesi.
Ora, i governi devono iniziare immediatamente il processo di firma e ratifica: è imperativo che i governi che hanno votato a favore del Trattato dimostrino il loro impegno e stabiliscano standard internazionali i più alti possibili per la sua applicazione, includendo tutte le armi convenzionali nelle loro liste di controllo e dichiarando esplicitamente che rifiuteranno sempre i trasferimenti di armi quando esista un rischio sostanziale di violazione dei diritti umani e del diritto umanitario.
Il lavoro dunque non è terminato. Si deve, infatti, fare tutto il possibile perché questo trattato produca cambiamenti veramente positivi sul campo. “Gli Stati dovrebbero ratificare il TCA al più presto possibile, e fare della sua rapida implementazione una priorità”.
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