Massimo D'Alema si é presentato al Foro Sociale Mondiale, con la socialista francese Martine Aubry, ha partecipato a un pannello sull'acqua e preso per primo la parola in quello sull'emigrazione.
La presenza di Dalema al discorso sull'acqua é stata accolta con soddisfazione perché accompagnava quella della socialista francese Martine Aubry, di alcuni parlamentari europei e del ex ministro senegalese dell'ambiente Mamadou Faye.
A una domanda volante: "Lei non é mai stato molto favorevole ai movimenti sociali. La sua presenza qui sorprende, che cos'é, una conversione, una provocazione, un bisogno di visibilità..." ha risposto: "Sono qui come Presidente della Fondazione Europea dei Progressisti. Mi pare normale...". "Ma questa é la sua prima presenza a un Foroum...". "Sono presidente solo da un anno", risponde, sfuggendo in realtà al tema.
Nel pannello sull'acqua, con statistiche alla mano, i presenti hanno sottolineato il momento tragico che attraversa il pianeta per questo bene comune, la cui proprietà e gestione non deve assolutamente sfuggire alla pubblica amministrazione. Il Ministro Mamadou ha ricordato che nella regione dell'Africa nord occidentale solo il 5 % delle terre coltivabili è sfruttato per mancanza d'irrigazione.
Nel suo intervento sull'immigrazione, DAlema ha poi ribadito una verità da cui nessun partito, sopratutto quelli della destra, dovrebbero staccare lo sguardo: l'Europa ha bisogno degli immigrati per non divenire un continente vecchio, impaurito, ripiegato su se stesso. Le nascite continuano a diminuire, la durata della vita ad aumentare. Si calcolano in 320 i milioni di persone economicamente attive oggi in Europa. Fra dieci anni, per mantenere il livello economico attuale, l'Europa avrà bisogno di 30 milioni di immigrati. Non si tratta in primo luogo di umanità e solidarietà, ma di politica economica.
Alla socialista Martine Aubry, ho chiesto cosa ci faceva una socialista di partito ad un evento che si vuole di base, apolitico e areligioso. Il Forum é una piattaforma d'idee e di movimenti di base certo, ma per essere produttivo deve strutturarsi in movimento politico, ha risposto. Questo é vero, le dico, ma appunto perché non strutturato non offre spazio a un orientamento politico. "Noi siamo qui per questo, per dargli questo orientamento, il nostro", ha concluso.
Come a dire, se gli organizzatori del FSM non sanno andare di là d'ideali e utopie, noi li porteremo sul nostro cammino politico. "Uomo avvisato..."
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