L'enciclica Laudato Sì, scritta nel maggio 2015, è il principale contributo che Papa Francesco ha offerto alla comunità internazionale sul problema dello sviluppo sostenibile e della cura del Creato. Ed è sulla scia dell’ampia linea dottrinale iniziata con Papa Paolo VI che nel 1967 scrisse l'enciclica Populorum Progressio, dove parlava di ‘sviluppo integrale’.
Papa Francesco rivisitando il concetto propone una 'ecologia integrale', che significa ecologia ambientale, economica, sociale, culturale e della vita quotidiana, rendendola un'ecologia umana (LS 138-155). La sua enciclica è il primo documento pontificio che affronta esplicitamente la questione ambientale come questione morale. Una domanda che cerca di trovare la sua risposta proprio nella proposta di una ‘ecologia integrale’ (LS 137-162).
I sette obiettivi della Laudato ci sfidano a vivere l'ecologia integrale secondo lo spirito dell'enciclica e ci spingono a riflettere su come agiamo in risposta al grido della Terra guidati da una vera spiritualità cristiana. La maggior parte dei cristiani siamo disposti a fare poco sforzo per prenderci cura della terra, anche in questo momento critico. La pandemia ha mostrato la nostra disponibilità a fare sacrifici - almeno in una certa misura - per proteggere i nostri simili, ma non abbiamo mostrato la stessa volontà a modificare la nostra condotta per proteggere o guarire la terra, quando guarire la terra è un modo per proteggere la salute dell'umanità.
La nostra planetaria casa comune sta cadendo in rovina. La sua salute è a un punto critico senza precedenti e un insieme di interrogativi getta un'ombra sul nostro futuro.
Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 2, troviamo due parole che potremmo, e probabilmente dovremmo, comprendere in riferimento anche alla nostra comune casa universale. Gesù li pronunciò mentre scacciava usurai e venditori di pecore e bovini dal tempio di Gerusalemme: Smettetela di fare della casa del Padre mio un mercato! E, lo zelo per la tua casa mi consuma.
La nostra casa comune è anche la casa di Dio, perché permeata dallo Spirito di Dio fin dall'alba della creazione, perché è qui che il Figlio di Dio ha piantato la sua tenda nell'evento supremo dell'incarnazione. È in questa casa comune che Dio convive con l'umanità e Dio ce l'ha affidata come amministratori, si legge nel capitolo 2 della Genesi e nel capitolo 2 della Laudato Sì.
È questa casa comune a noi e a Dio che oggi è spogliata e profanata. La crisi ecologica contemporanea, infatti, mette a nudo proprio la nostra incapacità di percepire il mondo fisico come impregnato di presenza divina. Abbiamo scambiato l'alta visione del mondo fisico che è la dimora di Dio, santificata dall'incarnazione di Suo Figlio, con la prospettiva meccanicistica unidimensionale della modernità. Di conseguenza, abbiamo ridotto il mondo fisico a un mero magazzino di risorse per il consumo umano, a un insieme di beni materiali per la speculazione di mercato. Abbiamo trasformato questa sacra dimora in un mercato.
A causa dell'inquinamento della terra, dell'aria e dell'acqua, abbiamo degradato la nostra casa comune che è anche la casa di Dio. In una situazione di emergenza planetaria, dobbiamo infiammarci ancora una volta dello zelo per la nostra casa comune (padre Joshtrom Isaac Kureethadam).
Questo è precisamente quanto chiede il Primo Obiettivo della Laudato Sì che invoca una risposta al Grido della Terra. Papa Francesco lo esprime chiaramente quando scrive: ‘nostra sorella Terra’ protesta perché si sente ‘oppressa e devastata’. Questo grido è ‘una sfida urgente per proteggere la nostra casa comune’. È un appello ‘a cercare uno sviluppo sostenibile e integrale’ (LS 13).
Quali azioni possiamo intraprendere per raggiungere questo Primo Obiettivo?
Dobbiamo prendere coscienza delle nostre abitudini nell'uso delle risorse a tutti i livelli: quindi ridurre il consumo dell’energia fossile, aumentare il consumo di quella pulita e rinnovabile, tutelare e promuovere la biodiversità, e garantire l'accesso all'acqua potabile a tutti gli esseri umani.
Tutto ciò implica, per prima cosa, quantificare l'esistenza e l'uso delle nostre comuni risorse naturali: in che quantità e qualità queste risorse naturali, acqua compresa, sono disponibili in una determinata regione geografica? In che misura siamo capaci di riutilizzare una risorsa senza comprometterne la qualità e l'esistenza? La gente conosce il numero e il tipo di specie biologiche della loro zona e la concentrazione di contaminanti nei tessuti degli organismi viventi con cui interagiscono ogni giorno?
Gli Stati e gli scienziati dovrebbero andare oltre per esaminare e sensibilizzare i propri cittadini sullo stato dell'ozono atmosferico, il livello delle acque sotterranee, l'acqua utilizzata ogni giorno e controllare la quantità di acqua utilizzata per ogni unità di produzione.
L'interazione tra la terra e la salute delle persone è rilevante: la concentrazione di contaminanti nell'aria, nell'acqua e nel suolo condizionano la longevità umana, la densità della popolazione, il tasso di natalità; e le malattie epidemiologiche sono legate alla salute della terra.
Le persone hanno bisogno di uno sviluppo economico mai dissociato dallo sviluppo sociale e ambientale. Ciò richiede l'investimento di fondi per ridurre il consumo di risorse naturali e la diminuzione del consumo di risorse in relazione agli investimenti.
Ogni paese ha la sua identità culturale e ambientale. La diversità delle realtà ambientali richiede di adattare il consumo energetico - fotovoltaico, geotermico, aerotermico, ecc. -, a seconda del clima, di scegliere i mezzi di trasporto e le modalità di distribuzione delle risorse naturali, e la percentuale di privatizzazione delle risorse naturali e la loro gestione secondo le diverse realtà ambientali.
È facile vedere come questo Primo Obiettivo della Laudato Sì richiama gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile n° 6 - Garantire l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti -, n° 7 - Garantire l'accesso a un'energia economica, affidabile, sostenibile e moderna - e n° 13 - Adottare azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti.
Dobbiamo tenere sempre presente la chiara prospettiva di Papa Francesco. Tutto ciò ‘esige anche di fermarsi a pensare e a discutere sulle condizioni di vita e di sopravvivenza di una società, con l’onestà di mettere in dubbio modelli di sviluppo, produzione e consumo. Non è superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto è connesso. Il tempo e lo spazio non sono tra loro indipendenti, e neppure gli atomi o le particelle subatomiche si possono considerare separatamente. Come i diversi componenti del pianeta – fisici, chimici e biologici – sono relazionati tra loro, così anche le specie viventi formano una rete che non finiamo mai di conoscere e comprendere” (LS 138).
Per saperne di più vedi Time for restoration and joy
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