La prevista "stretta sui finanziamenti" paralizzerà alcune economie africane che hanno a malapena iniziato a rimettersi in piedi", osserva il dottor Steven Nabieu Rogers, direttore esecutivo di AFJN (Africa Faith and Justice Network) ed esperto di economia politica dell'Africa. "Ancora una volta, le nazioni africane non hanno alcun controllo sugli shock esterni, che hanno un impatto sproporzionato sulle popolazioni vulnerabili dell'Africa e su quelle che vivono in povertà rispetto alle economie avanzate".
Recentemente, dopo i suoi incontri di primavera, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato il "Rapporto sulle prospettive economiche regionali per l'Africa subsahariana: The Big Funding Squeeze".
Il rapporto fa seguito alla pubblicazione di "The World Economic Outlook: A Rocky Recovery" che prevedeva una decelerazione della crescita dell'Africa sub-sahariana nel 2023 al 3,6% dal 3,9% del 2022 (con alcuni Paesi come il Sudafrica con una crescita prevista dello 0,1%).
Andando più in profondità, il rapporto sull'Africa subsahariana osserva che "la confluenza di tassi d'interesse globali più alti, di spread elevati nel debito sovrano e svalutazioni dei tassi di cambio, tra gli altri fattori, ha creato una stretta sui finanziamenti per molti Paesi dell'Africa subsahariana. Questa sfida si aggiunge alle difficoltà politiche dovute alle ramificazioni della pandemia COVID-19 ed alla crisi del costo della vita".
Il rapporto sull'Africa subsahariana rileva che "l'inflazione a due cifre è presente nella metà dei Paesi, erodendo il potere d'acquisto delle famiglie, colpendo i più vulnerabili ed aumentando le pressioni sociali", con una stima di "132 milioni di persone [...] prive di sicurezza alimentare nel 2022".
"Il continente aveva a malapena iniziato il processo di ripresa dalla pandemia di Covid-19 quando l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha portato a un aumento significativo dei prezzi dei prodotti alimentari e di altre materie prime, con i prodotti alimentari di base che in alcuni Paesi sono quasi pari ai costi d'affitto", ha dichiarato il dottor Rogers. "Famiglie e individui, che erano già pesantemente gravati, hanno ora difficoltà ad arrivare a fine mese e sono spinti ancora di più nella povertà".
Il rapporto prevede inoltre che il "potenziale di crescita della regione" dell'Africa subsahariana sarà in ultima analisi indebolito, poiché i Paesi sono "costretti [...] a ridurre le risorse per i settori critici dello sviluppo come la sanità, l'istruzione e le infrastrutture" a causa della carenza di fondi.
"Il mondo non ha un problema di mancanza di finanziamenti", sostiene il dottor Rogers. "Il problema grave è la mancanza di volontà politica da parte delle potenze globali di investire in modo significativo in progetti critici in Africa. Ad esempio, è urgente riassegnare i miliardi di dollari del Fondo per Diritti speciali di Prelievo del FMI detenuti dai Paesi sviluppati ai Paesi africani (tra gli altri) per superare il debito, promuovere la crescita ed alleviare le sofferenze delle loro popolazioni. A breve termine, questa singola azione potrebbe colmare il deficit di finanziamento e mitigare l'impatto negativo dell'incombente crisi economica sull'Africa".
Vedere, Funding Gap Projected to Undercut Sub-Saharan African Growth - Vedi anche I documenti del FMI, Regional Economic Outlook: Sub-Saharan Africa: The Big Funding Squeeze e World Economic Outlook: A Rocky Recovery
*Africa Faith and Justice Network (www.afjn.org) è una coalizione di 28 comunità religiose missionarie di uomini e donne con sede negli Stati Uniti, basata sulla fede e apartitica. Ispirata dal Vangelo e informata dall'insegnamento sociale cattolico, l'AFJN cerca di educare e sostenere relazioni giuste con l'Africa e di lavorare in collaborazione con i popoli africani nella lotta per la giustizia, la pace e l'integrità del creato.
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