Negli ultimi anni, la popolazione dell'America Latina e dei Caraibi ha registrato un preoccupante aumento dei dati sulla fame, soprattutto tra i più poveri della regione. Tuttavia, l'insicurezza alimentare nella regione, come nel resto del mondo, è un problema che non deriva dalla carenza di produzione alimentare.
Secondo le stime della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), l'America Latina ed i Caraibi potrebbero sfamare più di 1,3 miliardi di persone, ovvero il doppio della loro popolazione.
Da dove nasce allora il problema? Un fattore rilevante è rappresentato dalle perdite e dagli sprechi alimentari, la cui prevenzione è fondamentale per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari.
Nel 2019, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per la prima volta il 29 settembre come Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e lo spreco alimentare, riconoscendo l'impatto positivo che invertire la perdita e lo spreco di cibo può avere sulla sicurezza alimentare e la nutrizionale delle persone.
A quattro anni dall'istituzione di questa giornata, si può fare un bilancio dei risultati raggiunti, guardare avanti ed agire immediatamente per invertire uno scenario complesso che ha costi economici, sociali, ambientali e morali rilevanti.
Secondo i dati della FAO, il 13% del cibo nel mondo va perso nella catena d’approvvigionamento, dal post-raccolta alla vendita al dettaglio, ed un altro 17% viene sprecato nelle famiglie, nei servizi alimentari e nei luoghi di vendita al dettaglio. I livelli più alti di perdite si verificano in alimenti ricchi di sostanze nutritive come frutta e verdura (32%), carne e pesce (12,4%).
Le inefficienze lungo la catena alimentare e nel consumo hanno anche un forte impatto sull'ambiente. Prevenire la perdita e lo spreco di cibo può contribuire a combattere la fame e le conseguenze del cambiamento climatico dovute alle emissioni di gas serra.
Le attuali evidenze scientifiche indicano soluzioni innovative che sostengono l'agricoltura familiare, i sistemi di distribuzione e d’approvvigionamento, promuovono azioni di bioeconomia circolare ed indirizzano gli investimenti ed i finanziamenti verso lo sviluppo di sistemi di monitoraggio e d’allerta precoce per prevenire la perdita e lo spreco di cibo, oltre a quadri giuridici completi finalizzati alla prevenzione. Ma non è ancora abbastanza.
A fine agosto, l'Ufficio regionale della FAO per l'America Latina ed i Caraibi, con sede a Santiago, ha organizzato un convegno su come prevenire e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari nel contesto della sicurezza alimentare e della nutrizione, con la partecipazione del Vaticano, di rappresentanti del governo cileno e della FAO.
La conversazione ha esplorato idee e soluzioni per passare dalla riflessione all'azione e far comprendere che porre fine al fenomeno della perdita e dello spreco di cibo ha un impatto diretto sulla vita delle persone e della società nel suo complesso.
La strada da seguire è chiara: per affrontare questa situazione è indispensabile lavorare in modo coordinato e multisettoriale per ottenere rapidi risultati. I governi, le imprese, la società civile ed il mondo accademico devono unire le forze, generando prove, investimenti in infrastrutture e tecnologie ed altre misure per affrontare la situazione.
C'è ancora molto da fare. La perdita e lo spreco di cibo devono essere affrontati da una prospettiva etica, politica e scientifica. Siamo tutti responsabili di questa sfida.
Vedi, Pérdida y desperdicio de alimentos: una realidad inaceptable
Foto. Il cibo che viene perso e sprecato in America Latina e nei Caraibi potrebbe sfamare più di 1,3 miliardi di persone, il doppio della sua popolazione. © Riccardo De Luca / FAO
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