Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Giustizia, Pace, Integrità<br /> del Creato
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2025. Anno giubilare ordinario

Butembo 20.12.2024 Jpic-jp.org Tradotto da: Jpic-jp.org

Papa Francesco ha annunciato che il 2025 sarà un Anno Giubilare Ordinario. Seguendo la tradizione, ha pubblicato la bolla d’indizione con il titolo: “La speranza non delude”.

La celebrazione di un Anno giubilare nella Chiesa cattolica fu proclamata per la prima volta nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, che ne stabilì la data ogni cento anni. All'epoca in cui i Papi risiedevano ad Avignone (1305-1377), papa Clemente VII accolse le numerose richieste di indire il Giubileo nel 1350 anziché nel 1400 e ne fissò la data ogni 50 anni. Infine, Paolo II, nel 1470, stabilì che in futuro il Giubileo si sarebbe svolto ogni 25 anni. 

Questi anni di Giubileo “ordinario” furono intervallati da una serie di Giubilei “straordinari”. Papa Pio XI proclamò l'anno 1933 Giubileo straordinario della Redenzione per celebrare il 1900° anniversario della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, e Papa Giovanni Paolo II proclamò il secondo Giubileo straordinario della Redenzione cinquant'anni dopo. Con la Lettera Apostolica Tertio Millenio Adveniente proclamò pure l'anno 2000 come Grande Giubileo straordinario per il 2° millennio della nascita di Cristo. Infine, Papa Francesco ha indetto un Giubileo straordinario della Misericordia dall'8 dicembre 2015 (Solennità dell'Immacolata Concezione) al 20 novembre 2016 (Festa di Cristo Re).

Che cos'è il Giubileo?

Le origini del Giubileo risalgono all'Antico Testamento, quando la Legge di Mosè comandò al popolo ebraico: “Dichiarerai sacro ogni cinquant'anni”. Lo scopo del Giubileo era la “libertà” (deror in ebraico), perché in quest'anno, diceva la Legge, “proclamerai la libertà nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo”.

Era un anno di liberazione per gli schiavi e i servi, simbolo di giustizia e uguaglianza; un anno di restaurazione, poiché la terra venduta veniva restituita ai proprietari originari, ristabilendo l'equità economica e sociale; un anno di santificazione per dichiarare la sovranità di Dio: a Lui appartiene la terra di cui gli uomini sono solo amministratori. In questo modo, pure la terra riacquistava la sua dignità e “riposava”: “Non seminerai, non spigolerai dopo la mietitura, non vendemmierai sulle viti che sono cresciute spontaneamente”.

In breve, l'obiettivo era quello di ristabilire l'equilibrio sociale, promuovere la libertà e ricordare alle persone la loro dipendenza da Dio: era un'esperienza di perdono, giustizia sociale, uguaglianza, riposo e rinnovamento spirituale. Il Giubileo proclama il desiderio di Dio di libertà, dignità ed equità tra il suo popolo. Il corno di montone, “yôbel” in ebraico, annunciava questo anno, da cui la parola “Giubileo”.

Papa Francesco, nel proclamare il 2025 Anno Giubilare, fa riferimento alla Legge mosaica ripresa dal profeta Isaia 61,1-2: “Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio agli umili, a guarire chi ha il cuore spezzato, a proclamare la liberazione dei prigionieri e la libertà dei carcerati, a proclamare un anno di benedizioni del Signore”. Queste sono anche le parole che Gesù ha fatto sue all'inizio del suo ministero.

Il Giubileo è dunque un anno di grazia che Papa Francesco pone questa volta sotto il segno della speranza, che “chiede atti di clemenza e di liberazione”: la Chiesa deve farsi interprete di queste istanze “per chiedere con coraggio condizioni dignitose per chi è detenuto, il rispetto dei diritti umani e soprattutto l'abolizione della pena di morte”.

Il Giubileo è infine un tempo in cui la Chiesa offre ai suoi fedeli la cosiddetta “indulgenza plenaria” per sé e per i defunti, cioè la remissione delle pene temporali e delle conseguenze dei peccati.  I cristiani la ricevono attraverso i sacramenti e le opere di carità e di giustizia: riconciliazione tra nemici, conversione e solidarietà, speranza vissuta nella gioia e nella pace fraterna.

La credenza nell'indulgenza (indulgere in latino) risale alla pratica della Chiesa primitiva: i cristiani colpevoli di gravi peccati dovevano compiere lunghe penitenze pubbliche che il vescovo o il confessore potevano ridurre essendo indulgenti, per bontà, concedendo la remissione totale o parziale della pena. L'idea dell'indulgenza è stata poi formalizzata nel Medioevo, in connessione con la credenza nel purgatorio. La Chiesa ha sempre insegnato che il peccato perdonato nel sacramento della confessione lascia dei postumi, delle “tracce” come dice il Papa nella sua bolla, e “comporta delle conseguenze” nella vita umana e sociale, le cosiddette pene temporali da espiare. L'indulgenza permette di ridurre o cancellare queste tracce, conseguenze e pene.

Una pratica controversa.

L'idea delle indulgenze emerse a partire dall'XI secolo, ma prese forma chiara solo con la proclamazione della Prima Crociata nel 1095, quando Papa Urbano II promise un'indulgenza plenaria a determinate condizioni ai crociati che partivano per la Terra Santa. Nel XIII e XIV secolo, questa pratica venne strutturata e le indulgenze divennero più accessibili, spesso legate a pellegrinaggi, opere di carità e donazioni per i progetti della Chiesa. Questo aprì la porta alla vendita delle indulgenze. Papa Leone X - all'inizio del XVI secolo - ne approfittò lanciando una vasta campagna per finanziare la costruzione della Basilica di San Pietro a Roma e facendo delle indulgenze plenarie, soprattutto per i defunti, un mezzo per ottenere fondi. Il monaco domenicano Johann Tetzel codificò la pratica: “Non appena il denaro entra in cassa, un'anima esce dal purgatorio”.

Le critiche si moltiplicarono e culminarono nelle famose 95 tesi che Martin Lutero, affisse nella chiesa del castello di Wittenberg (1517) e che diedero il via alla Riforma protestante. Lutero aveva ragione a vedere in esse una mercificazione della fede, un segno della corruzione della Chiesa in contraddizione con il Vangelo: la salvezza, dono della grazia divina, non può essere comprata; i fedeli in questo modo sono distratti dal vero pentimento e dalle opere di carità; il Papa non ha alcuna autorità sulle anime o sul purgatorio.

Il Concilio di Trento (1545-1563) riaffermò la validità delle indulgenze, ne condannò l'abuso e introdusse norme severe. Oggi la Chiesa cattolica conserva le indulgenze, comprese quelle plenarie, a determinate condizioni: confessione, comunione, preghiera per il Papa, rifiuto di ogni attaccamento al peccato e, come ci ricorda Papa Francesco, ritorno alle opere di misericordia in risposta al “richiamo antico che viene dalla Parola di Dio e che perdura con tutto il suo valore sapienziale: ‘Dichiarerai santo quest'anno e proclamerai la libertà per tutti gli abitanti del paese’ (Lev 25,10)”. Anche oggi il Giubileo vuole essere un tempo di liberazione, per ristabilire la giustizia e l'uguaglianza; un tempo di restaurazione, per assicurare l'equità economica e sociale; un tempo di santificazione, per affermare la sovranità di Dio e il rispetto della creazione.

Talvolta accade che i conflitti ideologici e religiosi con implicazioni politiche - ai tempi di Lutero si trattava dell'opposizione dei principi tedeschi all'imperatore Carlo V, alleato del Papa - nello sforzo di ristabilire alcuni valori finiscano per annullarne altri.

Per la fede cattolica, i pensieri, le parole e le azioni contrarie alla morale sono un'offesa a Dio perché sono colpe contro l'umanità e la creazione. Al centro dell'indulgenza c'è il desiderio di ridurre le conseguenze negative di questi peccati, che si ripercuotono sulla vita privata, pubblica e sociale, e - grazie al sacramento, alla preghiera e alle opere di misericordia - di ristabilire l'armonia tra gli individui, tra i popoli, tra l'umanità e il creato una volta - o contemporaneamente - che l'offesa a Dio sia stata perdonata dal sacramento.

Lutero aveva ragione: la Chiesa cercava di manipolare questa riparazione a scopo di lucro. Tuttavia, ridurre l'indulgenza, e quindi il peccato, a una sfera puramente spirituale ebbe la spiacevole conseguenza, tra le altre, di far perdere ai cattolici l'interesse per la sfera politica, per “la Città degli uomini”, come la chiamava Sant'Agostino. Al contrario, la dottrina dell'indulgenza, correttamente intesa, avrebbe potuto tenere viva la consapevolezza della responsabilità corporativa, cosa che si sta cercando di realizzare solo ora.

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I commenti dai nostri lettori (2)

Bernarde Farine 28.12.2024 Je pense que les idées forces de ce mouvement étaient au cœur du message chrétien en permanence et je n'ai pas compris pourquoi une année était privilégiée pour cela. De plus, le discours sur les indulgences me semblait dépassé depuis les thèses de Martin Luther. Par contre, la réflexion de Paul est intéressante et elle devrait être une préoccupation permanente, pas seulement pour une année spéciale.
Paul Attard 28.12.2024 The problem that the Pope faces is that the desire expressed by the Jubilee Year will be largely in the hands of politicians throughout the world. Let us hope that his message is heard in Israel, so that the country begins to treat its ‘aliens’ as equals, something that I think their extremists have forgotten. And yes, if we do not forgive our neighbours, then Christ’s death is meaningless.