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La lotta del Larzac

Newark, NJ 15.11.2017 Gian Paolo Pezzi, mccj Tradotto da: Jpici-jp.org

L'accaparramento delle terre è un fenomeno la cui estensione, il ritmo e la continuità stanno diventando una minaccia; almeno 50 milioni di ettari di terre agricole sono stati venduti o affittati negli ultimi anni. Questo fenomeno però non è recente, come non è nuova la resistenza dei contadini quando si tratta di contrastare gli interessi e l'arroganza dei potenti del posto. Wikipedia riferisce di un movimento di disobbedienza civile non violento: la lotta del Larzac (Francia).

La lotta di Larzac, di quelche decina di contadini, contro l'estensione di un campo militare durò un decennio, dal 1971 al 1981, e terminò con la vittoria dei contadini quando il Presidente della Repubblica, François Mitterand, decise di abbandonare il progetto. E' un esempio storico significativo.

L'opposizione si organizza attorno a 103 contadini, che si oppongono all'espropriazione delle loro terre per ingrandire il campo militare da 3.000 a 17.000 ettari, cosa che danneggerebbe una dozzina di comuni ed un sesto dei 100.000 ettari che costituiscono la piana (Causses in francese) di Larzac. Nel 1973 fra 60.000 e 100.000 persone di differenti correnti politiche ed ideologiche, convergono verso il Larzac per sostenere i contadini; finiranno per conformare un movimento eteroclito che affronta il potere pubblico in “una guerra d'usura”. Sono gli iniziatori di ciò che, più tardi, sarà conosciuto come il movimento altermondialista francese. La rivista Gardem lo Larzac (Noi guarderemo il Larzac, in dialetto locale) che esce regolarmente dal 1975, ne è un simbolo. Il movimento contribuirà anche a far conoscere la figura di Lanzo del Vasto, fondatore delle Comunità dell'Arca, e ispiratore della spiritualità cristiana della non-violenza e della disobbedienza civile.

Portando argomenti contro le affermazioni del ministro della difesa, secondo cui questo progetto sarà molto utile non solo alla difesa nazionale, ma anche alla regione del Larzac migliorando l'elettrificazione rurale, il sistema idraulico e la viabilità, e che, comunque, il Larzac è poco popolato per aver perso i due terzi della propria popolazione, i contadini dimostrano che questi dati sono obsoleti perché non tengono conto dell'arrivo dei "neo-rurali"; perché nel 1971 sono circa 90.000 le pecore che sono al pascolo fornendo il latte per il formaggio Roquefort; e che, un quinto di questo territorio per animali, è minacciato dal progetto che comunque non creerà posti di lavoro perché si tratta d'un campo di esercitazioni dove i militari non fanno altro che passare.

Da una manifestazione all'altra, da un giuramento allo sciopero della fame, la lotta da locale diventa regionale e nazionale, ad essa si associano istituzioni cattoliche come la Jeunesse Agricole Catholique (JAC) e militanti di ogni tipo, compresi quelli di alcuni partiti politici.

Vengono organizzate azioni spettacolari: un gregge di pecore è portato sui prati dei Champs de Mars a Parigi nel 1972 e una nuova marcia è organizzata l'anno dopo. Si apre una scuola per cambiare l'immagine “di un Larzac popolato da qualche vecchio contadino”. Nel 1978 alcuni contadini marciano per 710 Km., sostenuti lungo il tragitto da altri contadini e, al loro arrivo, sfilano alle porte di Parigi accompagnati da 40.000 persone. E' allora che i contadini, appoggiati da un giovane deputato, incontrano il candidato alla presidenza François Mitterand, che promette loro di “non dimenticarli”. Le Monde definirà “il Larzac vetrina della contestazione”.

Durante il conflitto, 3.500 militanti e simpatizzanti comprano 6.180 piccoli lotti delle terre segnate per l'espropriazione, complicandone così il processo, perché ogni proprietario deve legalmente firmare il suo consenso. L'organizzazione della resistenza crea una formale direttiva e si stabiliscono due regole che saranno sempre rispettate durante dieci anni: solo i contadini e gli abitanti del luogo hanno potere di decisione nelle assemblee e la presa di decisione si fa per consenso. Il lemma “Dei Larzac dappertutto” si traduce in slogan “Pecore, non cannoni” e “Il grano fa vivere , le armi fanno morire”.

Jean Paul Sartre, due anni prima della sua morte, invierà una lettera di sostegno: “Vi saluto contadini del Larzac e saluto la vostra lotta per la giustizia la libertà e per la pace”. Si organizzano dei referendum locali ed alcuni volontari passano le loro vacanze sull'altopiano per risistemare le infrastrutture: telefono, vie di comunicazione, edifici. Infine François Mitterand, ormai divenuto presidente della Repubblica, il 10 maggio 1981 dichiara che il progetto di estensione del campo militare del Larzac è abbandonato.

Fu non solo una vittoria dei contadini che hanno conservato le loro terre, ma un colpo dato al mercanteggio delle terre. Si era infatti innescata una logica di speculazione: alcuni ricchi politici avevano comprato dei terreni sul Larzac pensando che, grazie all'espropriazione, avrebbero moltiplicato per dieci il loro valore.

Il ritorno alla normalità non fu facile. Tutto terminerà solamente quando un lotto di 6.300 ettari diventa una unità fondiaria a vocazione agricola, di cui i contadini assumono gli strumenti giuridici della gestione. D'altronde durante la lotta, le terre non hanno mai cessato di essere coltivate. Una vittoria, che è anche un esempio.

Foto. Uno dei numerosi cartelli del campo militare

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