L'Indice della Pace Globale (GPI) è un tentativo di classificare gli stati e le regioni in base a fattori che ne determinino lo stato di pacificità, o meglio l'attitudine di un determinato paese verso la pace.
Questo indice è stabilito dall’Institute for Economics & Peace (IEP) dell’Università di Sydney in
Australia e classifica 163 Stati e territori indipendenti (che insieme rappresentano il 99,7 % della popolazione mondiale) in funzione del loro livello di pace di pacificità.
L’indice è realizzato in consultazione con un gruppo internazionale di esperti provenienti da istituti di pace e gruppi di riflessione con dati raccolti e analizzati dall'Economist Intelligence Unit, una società di ricerca e consulenza che fornisce analisi sulla gestione di stati e aziende. L'indice è stato lanciato per la prima volta nel maggio 2007 e le seguenti relazioni vengono pubblicate annualmente. Nel 2007, ha classificato 121 paesi, 165 nel 2015 e 163 quest’anno.
Lo studio GPI venne progettato dall'imprenditore tecnologico australiano Steve Killelea e supportato da figure internazionali tra cui l'ex segretario generale dell’ONU Kofi Annan, il Dalai Lama, l’arcivescovo Desmond Tutu, l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e da altre figure internazionali. L'indice aggiornato viene pubblicato annualmente in occasione di eventi a Londra, Washington, DC e presso il Segretariato delle Nazioni Unite a New York.
Quest’anno la classifica mostra che 87 stati hanno migliorato e 73 hanno peggiorato, ma livello di pace mondiale nel suo complesso si è deteriorato di 0,07% ed è la nona volta negli ultimi 13 anni.
Il paese migliore rimane, dal 2008, l’Islanda seguita da Nuova Zelanda, Danimarca, Portogallo e Slovenia. L’Italia è (32esima), dopo il Qatar (29esimo), la Malesia (23esima) e il Buthan (22esimo). L’Europa resta comunque il continente più pacifico. Due paesi, gli Stati Uniti e la Russia, pronti a criticare gli altri sono rispettivamente al 122esimo e 154esimo posto. In mezzo la Turchia (149esima), tutti e tre puniti dalle loro politiche espansionistiche e da una politica estera aggressiva.
L’Africa rimane il continente geo politicamente più instabile. I Paesi migliori sono, in ordine, Mauritius (28esima), Ghana (38esimo), Botswana (41esima), Sierra Leone (46esima), Gambia (53esimo), Senegal (54esimo) e Tanzania (58esimo). I peggiori la Libia (156esima), la Repubblica Democratica del Congo (157esima) e la Somalia (158esima).
Nessuno stato africano è considerato pienamente pacifico, anche se in fondo alla lista mondiale ci sono tre Paesi dell’area mediorientale - Siria (161esima), Yemen (162esimo) e, fanalino di coda per la quarta volta consecutiva l’Afgahnistan (163esimo) - che si conferma la zona meno “pacifica” del mondo.
Il Global Peace Index 2021 può essere scaricato gratuitamente ed è stabilito grazie all’uso di 23 indicatori, alcuni interni, quali i livelli di violenza e criminalità, ed altri volti all’esterno, quali la spesa militare e le alleanze militari.
Il Global Peace Index del 2017, ad esempio, suggeriva annotazioni interessanti.
• Le attività di costruzione della pace sono altamente convenienti, fornendo risparmi sui costi 16 volte superiori a quelli di un intervento armato.
• L'impatto economico globale della violenza sul PPP (Partenariato Pubblico Privato) è stato di $ 14,3 trilioni nel 2016, equivalente al 12,6% del PIL globale, ossia $ 1.953 a persona.
• I migliori risultati per la pace sono dovuti al buon funzionamento del governo, ai bassi livelli di corruzione, all'accettazione dei diritti degli altri e alle buone relazioni con i vicini.
• Per i conflitti armati, nell'area mediorientale molti indicatori correlati come i decessi per conflitti interni, il numero di rifugiati e sfollati interni e la violenza interna organizzata, raggiungono livelli elevati.
• Sicurezza e protezione sono, nel complesso, migliorate grazie a molti paesi che registrano un tasso di omicidi più basso e livelli più bassi di terrore politico.
Vedi anche Ecco i Paesi più pacifici del mondo, la classifica del 2021 e L'état de la paix dans le monde en 2021
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