Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Cose che succedono all’ONU

Post 22.09.2010 Post Tradotto da: Jpic-jp.org

In occasione dell’apertura della 65esima assemblea generale delle Nazioni Unite, il principale e più rappresentativo organo istituzionale dell’ONU – settembre 2010 -, il Foreign Policy elencava i temi urgenti che l’Assemblea doveva affrontare e ripubblicava quelle che chiamava “Le dieci cose più folli mai dette all’assemblea ONU: da quelle appassionate a quelle provocatorie, a quelle semplicemente bizzarre”.

Questi gli otto punti che dovevano essere affrontati: dimezzare il numero delle persone che vive con meno di un dollaro al giorno, garantire l’istruzione primaria a tutti, promuovere la parità dei sessi, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, bloccare la diffusione di Hiv-Aids, malaria e altre malattie, garantire la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

Dopo 15 anni, le parole di alcuni rappresentanti dei Paesi membri dell’ONU messe a confronto con questi temi, non fanno sorridere come “uscite amene”.  “Da quelle appassionate a quelle provocatorie, a quelle semplicemente bizzarre” non appaiono più tutte “folli”, ma certo danno tragicamente ragione del perché l’ONU oggi è quello che è.

 

1-. Krishna Menon, diplomatico indiano, 1957. “Il consiglio di sicurezza considera questa una disputa. Ma non è una disputa per un territorio. Davanti a voi c’è solo un problema… il problema dell’aggressione”.

Fu il più lungo discorso mai tenuto in un consiglio dell’ONU: otto ore di ostruzionismo a difesa dell’India nella disputa con il Pakistan sul Kashmir. Durante il discorso Menon è collassato e ha dovuto essere ricoverato: poi è tornato e ha continuato a parlare, assistito da un dottore che gli controllava la pressione.

2-. Fidel Castro, presidente di Cuba, 1960. “Se Kennedy non fosse milionario, analfabeta e ignorante capirebbe che non si può fare una rivolta contro i contadini”.

Anche Castro non scherzava, esattamente cinquant’anni fa, quando ha criticato violentemente e per quattro ore e mezza Kennedy, Nixon e l’imperialismo americano, in piena crisi di rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba. Castro è collegato anche a un altro ricordo bizzarro dell’assemblea di quell’anno: chiese di avere dei polli vivi nella sua camera d’albergo.

3-. Nikita Chruščëv, presidente dell’Unione Sovietica, 1960. “Presidente, richiami all’ordine quei leccapiedi dell’imperialismo americano”.

È stato uno dei momenti più simbolici della Guerra Fredda. Con questa frase Chruščëv ha zittito un delegato delle Filippine che stava attaccando l’imperialismo sovietico, per poi togliersi la scarpa e batterla con forza sul tavolo.

4-. Henry Cabot Lodge, ambasciatore statunitense, 1960. “Come potete vedere da soli, abbiamo qui oggi un chiaro esempio di spionaggio sovietico”.

Nello stesso anno, durante una discussione sull’abbattimento di un aereo spia americano su territorio sovietico, l’ambasciatore degli Stati Uniti Lodge è passato all’attacco: ha mostrato all’assemblea un’aquila in legno donata dalla Soviet-American Friendship Society all’ambasciata americana e con delle pinzette ha estratto dal becco un piccolo microfono. Dopo il gesto di Lodge, la risoluzione dell’Unione Sovietica che condannava i voli spia degli Stati Uniti non è passata.

5-. Yasser Arafat, leader dell’OLP, 1974. “L’ordine del mondo antico si sta sgretolando di fronte ai nostri occhi, dal momento che imperialismo, colonialismo, neocolonialismo e razzismo, la cui espressione principale è il sionismo, periscono ineluttabilmente”.

Fu il primo discorso tenuto all’Assemblea generale dal rappresentante di una organizzazione non governativa, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. L’attacco di Arafat al sionismo ha portato alla celebre risoluzione ONU dell’anno successivo, “Sionismo uguale razzismo”, che ha raffreddato i rapporti tra l’Assemblea generale e Israele.

6-. Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, 1987. “Prima di rivolgersi a quelle teste calde che propongono azioni militari come l’invasione, si ricordi, presidente Reagan, che Rambo esiste solo nei film”.

Un attacco agli Stati Uniti, per bocca del presidente del Nicaragua Ortega, forte critico della politica statunitense nell’America Centrale. In particolare per i finanziamenti ai gruppi armati contras e il sostegno della dittatura di Anastasio Somoza Garcia che, secondo Ortega “ha dissanguato i nicaraguensi”. La reazione del delegato degli Stati Uniti è stata quella di andarsene: “i nicaraguensi saranno rimasti seduti ad ascoltare, io no”.

7-. Hugo Chávez, presidente del Venezuela, 2006. “Ieri il diavolo è passato di qua, si sente ancora puzza di zolfo”.

Chávez era solito a uscite provocatorie e l’assemblea dell’ONU era uno dei suoi palchi preferiti. In quest’occasione l’attacco era diretto a George W. Bush, paragonato a Satana. L’anno seguente Chavez si era auto citato, dichiarando che “non c’è più odore di zolfo” da quando Obama è diventato presidente.

8-. Omar al-Bashir, presidente del Sudan, 2006. “Il quadro che hanno dipinto le organizzazioni di volontari per sollecitare assistenza e aiuto ha portato a conseguenze negative”.

Al-Bashir negava che in Darfur fosse in corso un genocidio, accusando invece le organizzazioni non governative occidentali di aver orchestrato un piano per ricevere più finanziamenti. Bashir, insieme ad Ahmadinejad, ha inoltre accusato Israele di aver diffuso menzogne per indebolire il governo sudanese.

9-. Mahmoud Ahmadinejad, presidente dell’Iran, 2008. “La dignità, l’integrità e i diritti di americani ed europei sono messi in pericolo da un piccolo ma pericoloso gruppo di persone chiamati sionisti. Nonostante siano una minoranza minuscola, hanno manipolato in modo fraudolento e complesso fette importanti di centri finanziari, monetari e politici degli Stati Uniti e di diversi paesi europei”.

Ahmadinejad ha usato regolarmente il palco dell’assemblea dell’ONU per attaccare il potere dell’Occidente, con un occhio particolare al suo acerrimo nemico, Israele. Nel 2008 ha accusato ‘l’entità sionista’ di vari crimini, tra cui di aver causato la guerra nell’Ossezia del Sud. Una caratteristica dei discorsi del presidente iraniano era il forte uso della retorica religiosa e degli insegnamenti sciiti.

10-. Mu’ammar Gheddafi, presidente della Libia, 2009. “Questo non dovrebbe essere chiamato Consiglio di sicurezza, ma consiglio di terrorismo”.

Dopo essere stato quarant’anni al potere in Libia, Gheddafi parlava per la prima - e probabilmente per l’ultima - volta all’Assemblea generale. Il discorso durò cento minuti e conteneva metà delle teorie complottiste del secolo, dall’accusa agli Stati Uniti di aver creato e diffuso l’influenza suina e quella di aver mentito sull’assassinio di Kennedy. L’ira di Gheddafi si abbatteva soprattutto sul consiglio di sicurezza dell’ONU, che paragonò ad al Qaida.

Vedi, Le dieci cose più folli mai dette all’assemblea ONU  

Foto. Chavez nel suo discorso allel’ONU

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I commenti dai nostri lettori (1)

Margaret Henderson 30.07.2024 This summary of international incidents is most interesting. I remembered some of them - but others had passed me by.