Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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L'ONU a confronto con uno Stato membro

Washington (IPS) 11.10.2021 Thalif Deen Tradotto da: Jpic-jp.org

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sta conducendo una battaglia diplomatica senza precedenti contro uno degli Stati membri dell’ONU: l'Etiopia, un paese in grave conflitto politico e che ha un disperato bisogno di aiuti umanitari internazionali.

La guerra di parole, in un'istituzione in cui il segretario generale è tradizionalmente considerato subordinato ai 193 Stati membri, è così rara per gli standard dell’ONU che ha costretto Guterres a esercitare il suo "diritto di risposta", nel Consiglio di Sicurezza, l'organo più potente dell’ONU.

Lo scontro è scoppiato quando il governo etiope ha deciso, il 30 settembre, di dichiarare "persone non grate (PNG)" sette funzionari dell’ONU, la maggior parte dei quali stava fornendo assistenza umanitaria, dando loro 72 ore per lasciare il Paese.

In un briefing sull'esercizio del suo diritto di replica “che non si era mai visto prima nel Consiglio di Sicurezza”, gli è stata posta la domanda: “E' questa l'espressione del livello del suo malcontento, in questo momento, con l'ambasciatore dall'Etiopia?" "È mio dovere difendere l'onore dell’ONU", ha risposto Guterres.

In precedenza, nella sessione del Consiglio di sicurezza, aveva affermato che il governo di Addis Abeba "non ha il diritto di espellere questi membri dell'ONU", tra cui i capi missione in quel paese del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari (OCHA).

Il segretario generale ha sottolineato che l'espulsione del personale ONU è "particolarmente preoccupante" perché nel Paese c'è "un'immensa crisi umanitaria", che le agenzie dell'ONU contribuiscono ad alleviare.

Nella diplomazia internazionale, l'uso della PNG si basa sul principio di reciprocità: "tu espelli i nostri diplomatici e noi espelliamo i tuoi", come era evidente durante l'era della Guerra Fredda nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'allora Unione Sovietica.

Gli specialisti ricordano che l'espulsione in massa dei diplomatici era una caratteristica della Guerra Fredda, quando i diplomatici dell'Unione Sovietica e dei suoi alleati erano spesso sospettati di essere agenti dell'intelligence e ricevevano l’ordine di andarsene, di solito dopo uno scandalo di spionaggio.

Inevitabilmente, i russi e i loro alleati si vendicavano espellendo i diplomatici occidentali. La più grande espulsione avvenne nel 1971, quando il governo conservatore britannico dell'epoca espulse 90 dei 550 membri dell'ambasciata dell'Unione Sovietica a Londra e impedì il ritorno di altri 15 diplomatici. Ma l'ONU non ha reciprocità diplomatica, né Guterres ha il potere o l'autorità di espellere i diplomatici etiopi dall'ONU o da New York City.

Il governo di Addis Abeba sostiene che i sette funzionari delle Nazioni Unite sono stati espulsi dal Paese perché "hanno interferito negli affari interni dell'Etiopia". Ma a venerdì 8 ottobre, l'Etiopia non aveva ancora risposto alla richiesta del segretario generale di prove concrete. Inoltre, Guterres sostiene che il concetto di persona non grata si applica alle relazioni tra nazioni sovrane, non alle relazioni tra l'ONU e i suoi Stati membri.

Il rappresentante dell'Etiopia presso l'ente, Taye Atske Selassie Amde, ha affermato che il suo paese non ha alcun obbligo legale di giustificare o spiegare le sue decisioni, ma ha elencato le accuse di "cattiva condotta" da parte dei funzionari dell’ONU.

La disputa è stata apparentemente innescata dal fatto che l’ONU forniva assistenza umanitaria anche alle forze ribelli in un paese dove quasi sette milioni di persone hanno bisogno di tale assistenza. Il governo di Addis Abeba si scontra con i ribelli del Fronte Popolare per la Liberazione del Tigray, un conflitto che ha drammaticamente devastato quella regione del nord del Paese.

Quando si fornisce cibo e medicine urgenti, l'ONU, nella distribuzione, non è guidato dalla politica, ma da fattori umani, insistono nell'organismo.

Kul Gautam, ex sottosegretario generale dell’ONU ed ex vicedirettore esecutivo dell'UNICEF, ha dichiarato all'IPS che “diversi rappresentanti dell'UNICEF e dell'ONU sono stati dichiarati PNG, ma mai l'ONU ha adottato una posizione pubblica così forte e categorica come in questo caso".

In passato, ha detto, i segretari generali dell'ONU e i capi delle agenzie hanno protestato e condannato tali espulsioni, “ma non ricordo che l'ONU abbia mai messo in dubbio il diritto del governo incriminato di dichiarare il personale internazionale dell'ONU persona non grata”.

Pertanto, ha detto, è stata una (piacevole) sorpresa che nel caso del personale Onu espulso dal governo etiope, il segretario generale abbia rilasciato un'audace dichiarazione pubblica mettendo in discussione le azioni e le dichiarazioni del governo etiope davanti ai media e nel Consiglio di Sicurezza.

"Spero e confido che la nuova posizione del segretario generale sia stata attentamente esaminata e corroborata dall'Ufficio legale dell’ONU e che sia riconosciuta, nel caso venga impugnata presso la Corte internazionale di giustizia", ​​ha affermato Gautam.

In passato, ha osservato Gautam, il fatto che il personale dell’ONU fosse accusato da governi autoritari di prendere posizioni secondo i principi dell'ONU o le cause che servono (ad esempio, l'interesse superiore della popolazione infantile, nel caso di UNICEF), era spesso considerato "un distintivo d'onore" per il funzionario o i funzionari coinvolti. Dopotutto, ha osservato, il personale dell’ONU giura fedeltà alla Carta delle Nazioni Unite che parla di "Noi popoli delle Nazioni Unite" e non di "Noi governi delle Nazioni Unite". E al personale dell’ONU è specificamente vietato ricevere istruzioni dai governi nazionali o dai governi dei paesi ospitanti.

“Alcuni governi preferirebbero che l’ONU e le sue agenzie inviassero loro un assegno come parte della loro cooperazione. L'Assemblea generale dell’ONU e i consigli d’amministrazione delle agenzie, dei fondi e dei programmi dell’ONU, si aspettano che il personale sul campo dell’ONU monitori attentamente l'uso e l'efficacia degli aiuti che forniscono", ha affermato. E ha concluso: “Speriamo che la risposta ponderata del Segretario Generale dell’ONU all'azione unilaterale del governo etiope conduca alla responsabilizzazione dei funzionari internazionali dell’ONU nello svolgere le loro attività umanitarie e di sviluppo senza timore e a favore dell’interesse vero delle persone a cui questo aiuto è destinato”.

Thomas G. Weiss, professore di scienze politiche e direttore emerito del Ralph Bunche Institute di New York, ha detto all'IPS che “molti funzionari dell’ONU sono stati dichiarati PNG dal paese in cui sono stati assegnati. I segretari generali a volte si lamentano e a volte tacciono”.

Stephen Zunes, editorialista e analista di Foreign Policy in Focus, che ha scritto molto sulla politica del Consiglio di sicurezza, e afferma, "non ricordo alcuna precedente occasione in cui un segretario generale abbia esercitato il suo diritto di replica".

Non è la prima volta che funzionari dell'ONU vengono espulsi o dichiarati persona non grata.

Di recente, il Marocco ha espulso la maggior parte dei caschi blu dalla Missione Onu per il referendum nel Sahara occidentale (MINURSO) perché lo considera territorio proprio. Il governo di Rabat ha invocato lo status di PNG per l'inviato personale del segretario generale, Christopher Ross.

La differenza, ha sottolineato Zunes, è che nel caso del Marocco e in altri casi precedenti, il governo coinvolto aveva almeno un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU come suo alleato incondizionato, il che limitava la capacità del Segretario generale di affrontarli decisamente.

"Questa azione senza precedenti nei confronti dell'Etiopia può riflettere tanto il relativo isolamento diplomatico dell'Etiopia quanto la gravità della sua azione contro l’ONU", ha affermato Zunes, professore di politica all'Università di San Francisco.

Gautam considera che l'attuale primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali, vincitore del premio Nobel per la pace 2019, ha profondamente deluso la comunità internazionale commettendo o lasciando commettere gravi violazioni dei diritti umani contro la popolazione di una comunità etnica minoritaria del suo Paese. Un caso, ha ricordato, simile a quello di Aung San Suu Kyi in Myanmar.

Il fatto che anche i militari della comunità etnica abbbiano commesso atrocità non giustifica azioni dure e sproporzionate contro civili innocenti da parte del governo di uno stato democratico che dovrebbe avere un livello di comportamento più alto, ha affermato.

"Sebbene ci siano stati diversi casi di funzionari dell’ONU espulsi da vari paesi da governi autoritari, il fatto che l'Etiopia abbia dichiarato sette funzionari dell’ONU che forniscono assistenza umanitaria persona non grata, con accuse apparentemente inventate, è senza precedenti", ha affermato Gautam.

A suo avviso senza precedenti anche la posizione assunta dal segretario generale dell'Onu, il cui portavoce, Farhan Haq, ha dichiarato che “è l'antica posizione giuridica dell'Onu quella di non accettare l'applicazione della dottrina della persona non grata rispetto ai suoi funzionari”. “Si tratta di una dottrina che colpisce gli agenti diplomatici accreditati da uno Stato ad un altro Stato. L'applicazione di questa dottrina ai funzionari dell’ONU è contraria agli obblighi previsti dalla Carta dell’ONU e ai privilegi e immunità di cui godono l’ONU e i suoi funzionari.

Vedi, Jefe de la ONU se enfrenta a un Estado miembro en una inédita guerra de palabras

Foto. Il Programma Mondiale per gli alimenti ha realizzato distribuzioni nella zona di Afar e Amhara, al centro del conflitto bellico del Tigray, al nord dell’Etiopia. © Claire Nevill / PMA

 

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