Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità<br /> del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato

L’Onu: «Crimini di guerra in Sudan».

Avvenire 24.06.2024 Paolo Lambruschi Tradotto da: Jpic-jp.org

A rischio morte 2,5 milioni di civili. Il Sudan sprofonda sempre più nella sua guerra dove la pietà è sparita, una tragedia immane immersa nel silenzio. Dopo 16 mesi di guerra civile dimenticata dall’opinione pubblica, il paese è da tempo il teatro di una delle peggiori crisi umanitarie del mondo degli ultimi decenni.

La guerra, iniziata il 15 aprile 2023, ha ucciso almeno 30.000 persone secondo l’Unione medica sudanese e ha causato il flusso interno ed esterno di oltre 10 milioni, rendendola la peggiore ondata di sfollati al mondo.

La risposta umanitaria è stata finora profondamente inadeguata. Lo ha dichiarato il responsabile internazionale di Medici Senza Frontiere Christos Christou aggiungendo che ci sono «livelli estremi di sofferenza in tutto il Paese e i bisogni crescono di giorno in giorno».

L’organizzazione tra marzo e aprile ha visitato 46. 000 bambini sotto 5 anni, un terzo dei quali è risultato sofferente di malnutrizione acuta. Msf supporta ospedali come quello di Al Nao, colpito quattro giorni fa dai pesanti bombardamenti avvenuti a Omdurman, città gemella della capitale Khartum. È il più grande ospedale pubblico funzionante e ogni giorno riceve un numero elevato di casi urgenti e feriti di guerra, nelle ultime settimane fronteggiando arrivi di massa . Gli attacchi alle strutture sanitarie in tutto il Sudan sono diventati frequenti. Solo a Port Sudan, sul mar Rosso, terminale del petrolio da anni in mano ai cinesi e capitale amministrativa di fatto, la situazione è relativamente tranquilla.

Il resto del Paese è dilaniato dalla lotta per il potere dei due contendenti, l’esercito regolare guidato dal generale al-Burhan e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) dell’ex cammelliere autoproclamatosi generale Dagalo detto “Hemetti”, che ha fatto carriera pianificando e mettendo in atto il genocidio in Darfur 20 anni fa e che ora lo sta ripetendo. Dagalo è sostenuto dai russi, che gli procurano mercenari dal Centrafrica e dalla Libia di Haftar, e dagli Emirati che li riforniscono di armi. Al-Burhan è sostenuto da sauditi, egiziani e americani. Il conflitto non pare perciò prossimo a una soluzione nonostante i proclami. Intanto nel Darfur, ricco di miniere d’oro che Dagalo sfrutta insieme ai paramilitari russi dell’Africa corps, ex Wagner corporation (oro che finanzia i conflitti sudanese e ucraino) i tagliagole delle Rsf stanno compiendo un altro genocidio, secondo diverse testimonianze. La popolazione ha dichiarato a Reuters di essere stata rinchiusa in campi per sfollati soprattutto nel sud. I bambini, dicono i profughi, muoiono ogni giorno. La malnutrizione sta dilagando e i cimiteri si stanno allargando a vista d’occhio secondo le rilevazioni satellitari. Nel Sudan centrale almeno 25 persone sono state uccise tre giorni fa in un assalto a cinque villaggi da parte delle Rsf, hanno dichiarato i comitati di resistenza, gruppi di civili che tengono la contabilità umanitaria per non far cadere l’oblio sul paese africano.

E l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani i Völker Turk, ha dichiarato che i generali che guidano le due parti in conflitto in Sudan «hanno la responsabilità di aver commesso possibili crimini di guerra e altre atrocità», tra cui attacchi a sfondo etnico e violenze sessuali. Nei giorni scorsi nel sud Darfur il Programma alimentare mondiale è almeno riuscito a portare aiuto a 50mila persone, ma è troppo poco.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi al termine di una visita nel Paese mercoledì ha previsto l’arrivo imminente di una carestia e un report dell’autorevole think tank olandese Clingendael Institute stima che 2.5 milioni di sudanesi possano morire di fame per la fine di settembre. Ma la situazione è drammatica anche per i profughi, ufficialmente oltre mezzo milione, che sono riusciti fuggiti nei Paesi confinanti come Ciad, Etiopia ed Egitto. Dal quale, ha denunciato Amnesty International, vengono respinti illegalmente. Secondo l’organizzazione per i diritti civili donne, bambini e uomini in cerca di aiuto e sicurezza sono stati arrestati in massa, detenuti in condizioni inumane e almeno tremila sono stati deportati in Sudan solo nel settembre 2023. E in Libia, l’International Medical Corps ha lanciato l’allarme contro una imminente catastrofe umanitaria nell’oasi di Kufra, a causa del crescente afflusso di rifugiati sudanesi, circa 45.000 dove ogni giorno arrivano tra le 250 e le 300 persone.

I sanitari sollecitano aiuti urgenti. Il Corpo medico internazionale ha rivelato che ci sono quattro rotte principali utilizzate dai rifugiati sudanesi. La più battuta va direttamente dal Sudan a Kufra, poi quella via Ciad a Murzuq o via Ciad a Qatroun e quella meno utilizzata attraverso l’Egitto fino a Tobruk. Prevedibile l’aumento dei flussi e delle partenze nel Mediterraneo, ma nemmeno questo pare bucare l’indifferenza.

Vedere L’Onu: «Crimini di guerra in Sudan».  

Foto. Il Sudan è precipitato in una catastrofe umanitaria mentre le forze armate e l'RSF continuano una violenta lotta per il potere © AFP

Lascia un commento

I commenti dai nostri lettori (2)

Bernard Farine 30.07.2024 Encore une situation africaine qui passe, comme on dit chez nous, "sous les radars", hélas.
Paul Attard 30.07.2024 Encore une situation africaine qui passe, comme on dit chez nous, "sous les radars", hélas. Not nice news. But then the media won’t say too much, because there are no Jews!!! Gaza generates more headlines. What on earth is the UN for? It has outlived its sell-by date. And if trouble erupts in eastern Congo, the UN troops will simply look and do nothing. What a world we live in!