Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Tra libera scelta e necessità

Mundo Negro 23.11.2023 Andrew Bwalya Tradotto da: Jpic-jp.org

L'ondata dei colpi di stato in Africa sembra essersi placata; al cominciare un nuovo anno possiamo riflettere su ciò che è accaduto e, soprattutto, sulle sue implicazioni, speranze e dubbi per il futuro.

Se si esclude il Gabon, in Ciad, Mali, Guinea, Burkina Faso e Niger si sono verificate rivolte o rivoluzioni, a seconda dei punti di vista. Con il loro comune passato di ex colonie francesi, ci sono tre ragioni che potrebbero spiegare perché i militari sono intervenuti e hanno rovesciato i loro leader in questi Paesi.

La prima ragione è che i cittadini erano stufi di politici inetti, corrotti ed egoisti, visti come burattini della Francia, mentre le masse annegavano nella miseria. Né loro né nessun altro riesce a capire perché questi Paesi, dotati di abbondanti e ricche risorse naturali, siano tra i più poveri del mondo. Secondo il Global Multidimensional Poverty Index 2023 del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), ad esempio, il Niger, pur essendo ricco di uranio, è classificato come uno dei quattro Paesi più poveri dell'Africa sub-sahariana, insieme a Ciad, Burundi e RCA. Lo stesso rapporto indica che il 47,8% del 1,1 miliardo di poveri del mondo vive nell'Africa subsahariana. Di conseguenza, i cittadini hanno accolto con favore i governi militari che promettono di liberarsi dalle sofferenze della povertà. 

L'insicurezza nel Sahel è la probabile la seconda ragione per cui i militari hanno preso il potere. I forti gruppi armati jihadisti hanno trovato un rifugio sicuro nella regione e la presenza prolungata delle truppe francesi non ha prodotto risultati significativi. Il Presidente Macron è convinto di sì, ma i cittadini comuni la pensano diversamente. La continua insicurezza e la mancanza di sviluppo sono essenzialmente le ragioni addotte dalla giunta militare nigerina per prendere il potere.

In terzo luogo, è cresciuto il sentimento antifrancese tra le sue ex colonie. Parigi è vista come una potenza neocoloniale che controlla e sfrutta ingiustamente le risorse naturali dei suoi ex territori. Di conseguenza, la richiesta di ritirare le truppe in questi Paesi non è stata altro che l'apice del sentimento antifrancese. L'Eliseo ha cercato di apparire coraggioso, ma ha finito per arrendersi in modo piuttosto vergognoso, come nel caso del Niger.

Per molti versi, i recenti colpi di Stato sono il segno di una generazione africana che si è risvegliata. Oggi gli africani, soprattutto i giovani, dicono "basta". L'Africa ha già sofferto troppo per mano dei propri leader corrotti e dell'influenza occidentale, e la gente desidera una liberazione economica.

In questo contesto, è auspicabile che in questi Paesi avvenga una rapida transizione dal governo militare a quello civile. È tempo di accelerare lo sviluppo globale del continente. Non si può continuare a lottare con i problemi di governance. Inoltre, investire nei giovani e nelle donne non è un'opzione, ma un obbligo. Entrambi sono fondamentali per lo sviluppo dell'Africa. I primi hanno l'energia e possono osare sognare un futuro diverso e migliore. In termini di popolazione, le seconde sono la maggioranza e soffrono di più quando c'è instabilità mentre contribuiscono molto all'economia dei Paesi africani attraverso le piccole imprese e l'agricoltura. Se venissero valorizzate, l'Africa ne trarrebbe enormi benefici. Allo stesso modo, il continente dovrebbe investire in tecnologie all'avanguardia, dove le menti innovative dei giovani potrebbero essere utili.

Anche l'Occidente potrebbe trarre beneficio dall'Africa se iniziasse a considerarla un partner per lo sviluppo piuttosto che un caso umanitario. Russia e Cina hanno imparato la lezione.

Vedi, https://mundonegro.es/entre-la-opcion-y-la-obligacion/  

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