In questi giorni in cui soffiano venti di guerra in Ucraina e in altre parti del mondo con il rischio di un nuovo conflitto mondiale, come paventato da Papa Francesco, che ha fatto sentire il grido della pace dell’umanità, è importante interrogarsi sul ruolo della comunità internazionale e su una autorità mondiale che possa intervenire in modo autorevole per garantire la pace. Pensatori cristiani, partendo dalla Pacem in Terris hanno riflettuto sul tema, fra loro Don Luigi Sturzo.
Le idee di don Luigi Sturzo rispetto a pace e guerra erano e sono ancora oggi troppo innovative e distanti dal pensiero politico contemporaneo e dall’elaborazione classica dello stesso pensiero cristiano sul tema della guerra giusta. Questo richiede, la rivisitazione del concetto di sovranità nazionale e la creazione d’istituzioni multilaterali, che fissino regole più adeguate in campo non solo economico e finanziario ma anche politico e militare. Le riflessioni elaborate da don Luigi Sturzo, soprattutto fra la prima e la seconda guerra mondiale, sui temi della pace, della comunità internazionale e sul superamento del diritto di guerra, costituiscono un contributo originale ed attuale alla costruzione di una civiltà nuova fondata su valori morali in vista della creazione di una autorità internazionale e sovranazionale in grado di affermare il diritto sulla forza e di garantire una pace giusta fra le nazioni.
La sua forte istanza morale è coniugata all’interno di una insostituibile dimensione storico-politica che restituisce concretezza all’utopia della pace. Il pensiero di Sturzo su pace e guerra è articolato e dinamico e conosce nel corso di mezzo secolo trasformazioni e sviluppi, risposte sempre più adeguate alla realtà storica passando dalla teoria della “guerra giusta” all’idea della dell’inutilità della guerra, a causa della sua moltiplicata capacità di distruzione, e alla inevitabilità della pace.
Gli argomenti sturziani riguardo al superamento della concezione di una “guerra giusta” e all’impegno politico per la pace si possono sintetizzare in alcuni punti: la politica è buona solo quando è “retta” ossia si richiama ai valori morali e innanzitutto al rispetto della persona umana; le nazioni devono essere, in alcuni casi, sottoposte a precisi limiti politici da parte di un’organizzazione internazionale che abbia un’autorità morale universalmente riconosciuta. Sturzo individua lo strumento principale di un’organizzazione internazionale a carattere universale: la Società delle Nazioni nel 1919 e nel 1945 le Nazioni Unite (Onu) finalizzate a eliminare la guerra, ma individua anche i limiti di queste organizzazioni. Dopo la seconda guerra mondiale si coltivava la speranza utopica di sviluppare un governo del mondo che garantisse la pace fra gli stati. Tra i cattolici basta citare il sindaco di Firenze Giorgio la Pira e tra i laici Aldo Capitini e Norberto Bobbio. Della necessità di pervenire alla costituzione di una “autorità” mondiale in grado di costruire una comunità delle nazioni si è occupato il magistero sociale della Chiesa a partire dalla “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII di cui ricorre il 60° anniversario.
Nota. A questa riflessione vanno aggiunte le critiche che vengono tra troppe parti sull’inefficienza, burocratizzazione e ideologizzazione di una istituzione che nel trascorso dei decenni ha lasciato per strada gli ideali per ascoltare troppo le lobbying e i capi di stato che solo mirano ai loro interessi. Per questo al titolo originale abbiamo aggiunto l’interrogativo.
Foto. La città di Lisichansk, pesantemente bombardata, nell'Ucraina orientale controllata dai ribelli © Brendan Hoffman/Mercy Corps
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