Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Perché il guscio della tartaruga non è liscio

Newsletter Missionari Comboniani 01.08.2024 Equipe dei Missionari Comboniani Tradotto da: Jpic-jp.org

Una parola soave mette tutti d’accordo in breve tempo. In realtà “Una parola buona è meglio di un buon materasso” (Oromo, Etiopia). Attenzione però: “Non ci si deve fidare di un bugiardo anche se dice la verità” (Makua, Mozambico). Anche se alla fine, “una lingua sporca finisce per insudiciare il suo proprietario” (Rundi, Ruanda).

La luna sorgeva più tardi ogni notte finché non appariva solo all'alba. Il mondo era in silenzio, fatta eccezione per il grido acuto degli insetti che faceva parte della notte. Esplosero voci sommesse e suoni di canti. Nanzio e sua figlia Nakerekere sedevano su una stuoia sul pavimento. Toccava a Nanzio ora raccontare una storia.

“Una volta”, iniziò, “tutti gli uccelli furono invitati ad una festa nel cielo. Erano molto felici e cominciarono a prepararsi per il grande giorno. Dipinsero i loro corpi con il rosso del legno di camma e si disegnarono bellissimi motivi con il mbiongo".

“La tartaruga vide tutti questi preparativi e presto scoprì di cosa si trattava. Niente di ciò che accadeva nel mondo degli animali sfuggiva mai alla sua attenzione. Era piena di imbrogli. Non appena seppe della grande festa nel cielo, la sua gola cominciò a prudere al solo pensiero. C'era una carestia a quei tempi e la tartaruga non mangiava un buon pasto da due lune. Il suo corpo tremava come un pezzo di legno secco nel suo guscio vuoto. Quindi, iniziò a pianificare come anche lei sarebbe andata alla festa in cielo”.

"Ma se non ha le ali!", disse Nakerekere.

"Sii paziente", rispose sua madre. "Questa è la storia."

“La tartaruga non ha ali, ma andò dagli uccelli e chiese di poter andare con loro”.

"Ti conosciamo troppo bene", dissero gli uccelli dopo averla ascoltata. “Sei piena di imbrogli e sei un’ingrata. Se ti permettiamo di venire con noi, presto inizieranno i guai".

"Non mi conoscete", disse la tartaruga. “Sono cambiata. "Ho imparato che una persona che crea problemi agli altri, li crea anche a sé stessa".

La tartaruga aveva una parlata suadente ed in breve tutti gli uccelli furono d’accordo che era cambiata e ciascuno gli diede una piuma con la quale la tartaruga confezionò due ali.

Finalmente arrivò il grande giorno e la tartaruga fu la prima ad arrivare al luogo dell'incontro. Quando tutti gli uccelli si furono riuniti, partirono in massa.

La tartaruga era molto felice e preziosa mentre volava tra gli uccelli e presto fu scelta per parlare a loro nome nella festa perché era una grande oratrice.

"C'è una cosa importante che non dobbiamo dimenticare", disse allora mentre volavano insieme. “Quando le persone vengono invitate a una grande festa come questa, prendono nuovi nomi per l’occasione. I nostri ospiti nel cielo si aspetteranno che onoriamo questa usanza secolare”.

Nessuno degli uccelli aveva sentito parlare di questa usanza ma sapevano che la tartaruga, nonostante i suoi fallimenti in altri campi, era una che aveva viaggiato molto e conosceva le usanze di molti popoli. E così, ognuno di loro prese un nuovo nome. La tartaruga prese il nome di "Tutti voi".

Finalmente il gruppo arrivò in cielo ed i loro ospiti furono molto felici di vederli. La tartaruga si alzò con il suo piumaggio variopinto e li ringraziò per l’invito. Il suo discorso era così eloquente che tutti gli uccelli furono contenti di averla portata con loro ed annuivano in segno di approvazione tutto ciò che diceva. I padroni di casa la considerarono il re degli uccelli, soprattutto perché sembrava un po' diversa dagli altri. Dopo che le noci di cola furono presentate e mangiate, la gente del cielo iniziò a servire ai loro ospiti per il pranzo dei piatti così deliziosi che la tartaruga non aveva mai visto né sognato prima.

La zuppa veniva portata calda dal fuoco e nella stessa pentola in cui era stata cotta. Era stracolma di carne e pesce. La tartaruga cominciò ad annusare fragorosamente. C'erano igname pestato e zuppa di igname cucinata con olio di palma e pesce fresco. C'erano anche vasi di vino di palma. Quando tutto fu servito davanti agli ospiti, una persona del popolo del cielo si avvicinò ed assaggiò un po' da ogni pentola. Poi invitò gli uccelli a mangiare.

La tartaruga allora balzò in piedi e chiese: "Per chi è stata preparata questa festa?" "Per tutti voi", le risposero. La tartaruga si rivolse agli uccelli e disse: “Ricordate che il mio nome è Tutti voi? Qui la consuetudine è di servire prima il portavoce e poi gli altri. Vi serviranno quando avrò mangiato io". Cominciò a mangiare mentre gli uccelli brontolavano rabbiosamente. La gente del cielo pensava che fosse loro consuetudine lasciare tutto il cibo per il loro re. E così la tartaruga mangiò la parte migliore di quanto era stato preparato e bevve due anfore di vino di palma. Si rimpinzò tanto di cibo e di bevanda che il suo corpo era pieno da scoppiare nel suo guscio.

Gli uccelli le si fecero attorno per mangiare ciò che era rimasto e beccare le ossa che aveva gettato sul pavimento. Alcuni di loro erano troppo arrabbiati per mangiare. Scelsero di tornare a casa a stomaco vuoto, ma prima di partire ognuno si riprese la piuma che aveva prestato alla tartaruga.

Ed eccola lì, la tartaruga, gonfia di cibo e vino nel suo guscio, ma senza ali per tornare a casa.

Allora chiese agli uccelli di portare un messaggio per sua moglie ma tutti si rifiutarono. Alla fine, il pappagallo che era quello che più si era risentito ed arrabbiato degli altri, cambiò improvvisamente idea ed accettò di portare il messaggio.

"Dirai a mia moglie", disse la tartaruga, "di portare fuori tutte le cose morbide della mia casa e di stenderle nel recinto in modo che io possa saltare giù dal cielo senza grande pericolo".

Il pappagallo promise di consegnare il messaggio e volò via. Ma quando giunse alla casa della tartaruga, disse a sua moglie di portare fuori tutte le cose più dure che avesse in casa. E così furono tirati fuori archi, machete, lance, pistole e persino il cannone della tartaruga.

La tartaruga guardava dal cielo e vide che sua moglie portare fuori tutte quelle cose, ma era troppo lontano per vedere cosa fossero; quando tutto sembrò pronto, si lasciò andare. Cadde, cadde e cadde finché non cominciò a temere che non avrebbe mai smesso di cadere. E poi, con uno scoppio come quello del cannone, si schiantò per terra.

"Ed è morta?" chiese Nakerekere.

“No”, rispose Nanzio. “Però il suo guscio andò in pezzi. Ma c'era un grande stregone nel quartiere. La moglie della tartaruga lo mandò a chiamare e lui raccolse tutti i pezzi e li incastonò di nuovo insieme. Ecco perché il guscio della tartaruga non è liscio e questo per colpa della sua malizia e della sua ingordigia. (Storia del popolo Azande – Repubblica Democratica del Congo)

Vedi, Oral Literature. Why Tortoise’s Shell is not Smooth – Comboni Missionaries

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