L’investimento internazionale in terre agricole può essere conveniente per lo sviluppo dei paesi che lo ricevono, grazie al trasferimento tecnologico, alla creazione di posti di lavoro, allo sviluppo del sistema idrico e delle altre infrastrutture. Da questo punto di vista, questi investimenti sono fonte di benefici per tutti. Tuttavia, i vantaggi che abbiamo indicato non sono automatici, dipendono da una formulazione attenta degli accordi di investimento e dalla scelta dei modelli più adeguati per effettuare questo tipo di attività.
Infatti esiste il rischio che questi investimenti diventino una vera corsa all’accaparramento delle terre agricole da parte di stati e di investitori stranieri e che, in tale corsa, si nasconda una forma insidiosa di sfruttamento che ha come obiettivo stabilire una nuova forma di colonialismo. Quindi, si deve evitare che le legislazioni favoriscano solamente gli investitori e non il paese che li accoglie, o che vengano garantiti i diritti degli investitori di più di quelli della popolazione locale. Questo implica che i contratti di investimento devono tenere conto degli interessi del paese ospitante. Quindi esiste la necessità urgente di controllare la portata, la natura e l’impatto degli investimenti internazionali e di riunire le migliore pratiche legislative e le misure politiche applicate in questi casi, affinché sia i paesi ricevitori, sia gli investitori, abbiano un’informazione adeguata e possano ottenere il rispetto dei loro diritti e interessi.